Ho sempre avuto un rapporto accidentato ed episodico con ricorrenze e compleanni. E' più forte di me: me li dimentico.
Non è carino da dire, e non me ne faccio un vanto, ma tutti quelli a cui mi capita di fare gli auguri il giorno prima o il giorno dopo (a volte persino tutti e due...) sanno che non è per mancanza di affetto nei loro confronti: succede che mi dimentichi anche il mio. Anni addietro, per ovviare al problema che aveva imbarazzanti risvolti familiari, una vecchia zia mi fece dono di una tavola dei compleanni di famiglia, incorniciata di rosso per non passare inosservata: andò perduta in un trasloco e tutti lo interpretarono come un segno. Da allora, mia madre e mio marito mi avvisano per evitarmi figuracce.
E' che io con il tempo sono in guerra da sempre. Non mi spaventa che passi in fretta - e infatti non ho paura di invecchiare - ma mi fa incavolare che non mi basti mai per fare tutte le cose che vorrei: per esempio, mi ripropongo sempre di imparare a suonare il violino e non sono ancora riuscita a farlo.
Avrete capito che l'ho presa un po' alla lontana... ed è perché in fondo i compleanni mi imbarazzano. Non amo essere al centro dell'attenzione e non so mai dove guardare mentre mi cantano "Happy birthday..." e devo soffiare sulle candeline.
Così avevo deciso di far passare in sordina anche questa giornata. Io non sarei per mia indole una da "blogghino" e "bloggheanno": nulla in contrario, beninteso, ma l'eccesso di punti esclamativi e di vezzeggiativi semplicemente non mi appartiene. "Perciò - mi dicevo - se un giorno così non ha neppure un nome che mi piaccia, tanto vale far finta di niente. In fondo, stavolta posso fare come mi pare..."
Se non che, ho riflettuto sul fatto che questa non è una ricorrenza tutta mia. Perché in un anno di blog ho cucinato, scritto, fotografato: senza essere mai sola. In tanti siete passati di qui, animando una cucina che immaginavo dovesse restare virtuale e che si è rivelata invece uno straordinario crocevia di esperienze, non solo culinarie. Con le ricette viaggiano frammenti di vita, tessere di un mosaico dai mille colori che giorno dopo giorno magicamente si compone e che ci rappresenta tutti. Diversissimi, eppure accomunati da quello stare ai fornelli e poi volerlo scrivere che ci connota, ognuno a modo suo: e proprio questo è il bello... La varietà e lo scambio: questo cercavo nell'esperienza del blog e l'ho trovato.
Quel che non mi aspettavo di trovare - e ancora oggi, se ci penso, mi sorprende e mi commuove - è il calore umano, il sostegno, l'affetto. Quando mi arrivano certe mail mi rendo conto che c'è davvero qualcuno oltre lo schermo del computer, che magari sorride mentre legge questo blog. E allora ormai sono anche quei sorrisi - sorrisi di persone vere - a farmi sedere alla scrivania e lasciare che le dita corrano sulla tastiera, a pescare nel mio archivio-teiera-di-latta ricette che vi giacciono da anni o a sperimentarne di nuove. A darmi l'energia che serve quando nel cuore della notte mi si chiudono gli occhi ma vorrei riuscire a rispondere a tutti. A farmi continuare...
Perciò scusatemi se mi permetto, ma oggi coinvolgo pure voi in questo festeggiamento. Che tanto per cambiare arriva all'ultimo minuto... Lo so, sono inguaribile: non si è mai visto un compleanno che inizi quasi a mezzanotte. Ma che ci volete fare? Se un po' mi conoscete avrete già capito che è per quella vena di mai sopita bizzarria che ci sono arrivata solo adesso.
E non ho nemmeno nulla da offrirvi: ecco cosa succede a non pensarle per tempo, certe cose... Timo, mentuccia, fiori di prezzemolo e dei boccioli di geranio: l'avete mai visto un compleanno così? Non raccontatelo in giro: confido nella vostra discrezione...
E adesso, per favore, guardate da un'altra parte: avrei da spegnere una candelina e mi imbarazza sempre un po' sentirmi al centro dell'attenzione...
18 giugno 2010, h. 23.58
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